Ricerca scientifica

 

L’Oasi affiliata WWF La Malcontenta e il Lupo si occupa prevalentemente di ricerca scientifica e di conservazione delle specie e della diversità genetica.

L’ Oasi WWF La Malcontenta e il Lupo è una zona protetta che comprende diversi habitat di pregio naturalistico, vi si trovano ambienti molto vari e ricchi di biodiversità: ambienti tipici delle aree umide, boschi a naturale evoluzione, fenomeni di inversione climatica, ecosistemi che ospitano flora e fauna di notevole interesse, compresa l’abbondante presenza di orchidee selvatiche.

La protezione e il mantenimento della biodiversità è la principale missione, nonché la divulgazione scientifica delle ricerche che verranno effettuate e la comunicazione volta alla conoscenza di flora e fauna selvatica.

L’ Oasi WWF La Malcontenta e il Lupo è stata creata con l’idea di diventare un punto di riferimento per le Scienze Naturali

per le ricerche scientifiche svolte da questa facoltà ed afferenti a varie università, nonché per le ricerche interfacoltà con focus di carattere ambientale.
L’Oasi WWF è quindi aperta anche a tesisti e dunque allo svolgimento di ricerche per tesi di laurea delle facoltà di Scienze Naturali.

 

Alcune delle collaborazioni scientifiche dell’ Oasi WWF La Malcontenta e il Lupo:

WildUmbria

Siamo un’ Associazione nata nel 2015, fondata da un gruppo di giovani appassionati con una vasta esperienza professionale in zoologia e medicina veterinaria. La nostra missione è promuovere la gestione ambientale e faunistica in Umbria, collaborando con enti pubblici, privati, cittadini e altre associazioni.

Dal 2017 abbiamo in concessione dalla Regione Umbria, il servizio di recupero della fauna selvatica ferita o in difficoltà su tutto il territorio regionale, con una reperibilità di 24H su 24, sette giorni su sette.

http://wildumbria.it 



Life Imagine

Progetto Life della Regione Umbria in collaborazione con Università degli Studi di Perugia, Università degli studi dell’Aquila, Università degli studi di Camerino – Scuola di Architettura e Design (SAD), Comunità Ambiente Srl, Agenzia Forestale Regionale – AFOR, Università degli studi di Sassari, Studio Naturalistico Hyla srl, Parco Nazionale dei Monti Sibillini.
L’ Oasi WWF La Malcontenta e il Lupo collabora alle azioni di monitoraggio tramite fototrappolamento.

https://www.lifeimagine.eu

AREE DI CONSERVAZIONE

Le aree di conservazione sono zone protette normalmente non aperte al pubblico e svolgono un ruolo di primaria importanza, poiché tutelano zone di grande valore naturalistico e utili alla ricerca scientifica. Ecco perché i boschi dell’ Oasi WWF La Malcontenta e il Lupo hanno una gestione a naturale evoluzione: perché la natura viene studiata così come spontaneamente si evolve, vive, solo in queste condizioni infatti possiamo capire veramente come si comporta, e poter fare dunque importanti scoperte che coinvolgano la nostra stessa vita e salute. Alberi e boschi vetusti, entità floristiche rare o al limite del loro areale di distribuzione, ecosistemi ben conservati tutelati a livello europeo sono solo alcune delle ragioni per cui un ambiente vine “conservato”. Viene conservato anche per arricchire gli ambienti limitrofi, per riequilibrare altri ecosistemi, perché così, alla fine, tutti si possa goderne, ed ogni forma di vita possa trarre beneficio dall’altra nel più completo rispetto.

LE OASI WWF

Le Oasi proteggono la fauna selvatica, le specie botaniche, tutelano la natura. L’ambiente è una risorsa per tutti, migliora la qualità della nostra vita. Studiarlo crea nuove possibilità nel campo delle scoperte scientifiche, mediche e tecnologiche. Proteggendo l’ambiente proteggiamo noi stessi. Promuoviamo un mondo in cui l’essere umano viva in armonia con la natura.

Che cos’è un bosco a naturale evoluzione

“In un bosco a naturale evoluzione, a differenza di quanto avviene in una foresta gestita e coltivata, sono presenti alberi in diversi stadi di sviluppo.

In questi ecosistemi dinamici e in continua rinnovazione, gli alberi vecchi e senescenti, a causa di disturbi naturali, vanno incontro a un lento e inesorabile deperimento che con il tempo provoca l'accumulo di grandi quantità di legno morto sotto varie forme: alberi morti in piedi o caduti al suolo, alberi stroncati di diverse dimensioni, rami rotti, pezzi di tronchi e ceppaie.

Nelle foreste naturali l'abbondanza di legno morto, detto anche necromassa, è stato considerato per lungo tempo un indicatore di degrado. Ad oggi sappiamo con certezza, però, che rappresenta una componente fondamentale per il mantenimento e l'incremento della biodiversità, rivestendo un ruolo chiave nell'innesco di numerosi processi ecologici e rappresentando un microhabitat fondamentale per centinaia di specie di vertebrati e invertebrati, che svolgono importanti ruoli funzionali nel sistema-bosco.

Gli alberi, quindi, non rivestono un ruolo cruciale solo in vita, ma anche ben oltre la durata del proprio ciclo biologico. Con occhi attenti, infatti, si può osservare che alberi seccatisi in piedi o schiantati al suolo pullulano di vita, prosperando di insetti e altri invertebrati che accelerano il processo di decomposizione.

Nei boschi, gli abitanti del legno morto, in differenti stadi di decomposizione, sono costituiti da numerose specie di invertebrati, funghi, briofite, licheni, anfibi, uccelli e mammiferi, che dipendono o utilizzano il legno morto come fonte di nutrimento o rifugio.

Alcuni dei primi "inquilini" degli alberi sono rappresentati da insetti xilofagi, ovvero che si nutrono di legno morto: piante morte in piedi o tronchi, che godono di una maggiore esposizione all'irradiazione solare anche in inverno, diventano così rifugi e habitat per uno straordinario numero di organismi.
Funghi, batteri e altri organismi completano poi l'opera decomponendo i resti vegetali. Tra i più efficaci decompositori troviamo i funghi lignicoli, che degradano il materiale legnoso rilasciando così nella lettiera forestale nutrienti e sostanza organica, utili per la vita e lo sviluppo di tutti gli organismi vegetali. Questo processo contribuisce alla rinnovazione del bosco fungendo da nicchia ideale per la germinazione e lo sviluppo di molte specie arboree.

Quindi, oltre a essere un elemento fondamentale per la biodiversità, la necromassa riveste un ruolo chiave nel ciclo dei nutrienti, rappresentando un importante serbatoio di carbonio e al contempo una riserva di energia che viene resa nuovamente disponibile.

I resti degli alberi a terra, infine, proteggono il terreno dall'erosione limitando l'azione battente dell'acqua, trattenendo l'umidità e offrendo un’efficace protezione dal congelamento.

Ne consegue che la lunga serie di eventi e azioni che si susseguono nei boschi fino al decadimento e alla decomposizione della necromassa, risultato delle numerosissime e sorprendenti relazioni che intercorrono tra le diverse specie, sono da proteggere e conservare.” (Tratto da “Dal legno morto, la vita della foresta” www.faggetevetuste.it ).